lunedì 28 febbraio 2011

Maddaloni: abusi sui minori Maestra simulava sesso con gli alunni di 11 anni

 

 

 

Orrore nel Villaggio dei ragazzi di Maddaloni. Quattro educatori sono stati arrestati con l'accusa di abusi su minori tra gli 11 e i 16 anni. Una maestra accusata di violenza sessuale. Otto gli indagati. I pm: "Uso della violenza per mortificare le vittime"

Caserta - Vessazioni fisiche, mortificazioni, metodi brutali e umilianti, ma anche violenze sessuali. Il tutto nei confronti di fanciulli e di minori ospitati nella struttura di assistenza sociale alla gioventù del "Villaggio dei ragazzi di Maddaloni" nel Casertano. Con queste accuse, gli agenti della Squadra Mobile di Caserta hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di quattro educatori e di una maestra di scuola elementare della Fondazione.  Le indagini della Polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno svelato il ricorso a metodi brutali e umilianti. C’era l’educatore che picchiava a e faceva cadere dalle scale un ragazzo, oppure altri tre educatori che insultavano i ragazzi umiliandoli con appellativi come: "handicappato", "porco", "scemo". Per i primi quattro indagati le accuse sono: maltrattamenti e lesioni; mentre per l’insegnante è stato contestato un episodio di violenza sessuale ai danni di due 11enni.

Violenza sessuale Uno degli episodi più inquietanti tra i tanti emersi dalle indagini, spiega il procuratore Corrado Lembo, "è quello verificatosi nel corso di una lezione presso la scuola media statale del Villaggio dei Ragazzi nel novembre del 2008, allorquando la professoressa colpita ora dall’ordinanza cautelare, con l’uso della forza fisica, aveva fatto stendere supini sul pavimento due alunni, entrambi di undici anni, e si era seduta dapprima sopra l’uno e subito dopo sopra l’altro, all’altezza dei genitali, e, quindi, aveva iniziato a prodursi in movimenti ondulatori e sussultori tipici di un rapporto"

La Fondazione Gli indagati - Domenico Bellucci (56 anni), Vincenzo Crisci (30 anni), Francesco Edattico (53 anni), Gianluca Panico (33 anni) e Maria Iesu (37 anni) - sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Il Villaggio dei ragazzi è un’istituzione di assistenza e beneficenza che ha lo scopo di promuovere iniziative in favore dell’infanzia. L’ascolto di numerosi bambini e adolescenti ospiti del Villaggio dei Ragazzi ha fatto emergere, spiega il procuratore Corrado Lembo, "uno spaccato molto triste e sconsolante in relazione alla gestione della struttura e al trattamento che gli educatori riservavano ai minori ivi ospitati". Portate alla luce, infatti, "gravi condotte di maltrattamento fisico oltre che psicologico poste in essere da alcuni educatori nei confronti dei ragazzi alloggiati presso la fondazione". Le dichiarazioni dei minori - ascoltati con l’ausilio di una psicologa - sono apparse "assolutamente convergenti nella descrizione e nella ricostruzione delle modalità con le quali erano stati trattati da alcuni educatori dell’istituto e nella rappresentazione di metodi che - ben lontani dal costituire quella che viene definita semplicemente educazione rigida - integravano invece odiosi atti di maltrattamento volti alla sistematica sopraffazione e vessazione di minori indifesi".

"Tutte le condotte accertate appaiono ancor più gravi se si considera che la Fondazione è un`istituzione di assistenza e beneficenza che ha lo scopo di promuovere iniziative in favore dell`infanzia e della gioventù, per giovani che si trovino in condizioni di necessità materiale, morale ed educativa», scrive in una nota Lembo. I minori ospitati nella struttura provengono, infatti, da situazioni familiari multiproblematiche e sono stati ospitati nell'istituto per ricevere «adeguata assistenza morale e materiale" e "non certo per diventare addirittura vittime di violenza fisica e psichica reiterata da parte di soggetti che, in ragione dei compiti di educatori e/o insegnanti, avrebbero dovuto garantirne - conclude - la cura, l`educazione e l`istruzione". Pugni, schiaffi, spintoni che in qualche caso hanno fatto cadere anche dalle scale la vittima, l’uso della cintura come strumento di punizione. Ma soprattutto ingiurie, da ’porcò ad ’handicappatò, per tutti i ragazzi che dovevano tutelare e formare, e in particolare per cinque di questi, tra cui un extracomunitari.

Afghanistan, ucciso un italiano.

 
 
E' tragedia nell’ovest dell’Afghanistan. Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti nel corso di un pattugliamento
E' tragedia nell’ovest dell’Afghanistan. Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti.

Ecco la super coppia Bindi-Franceschini, più parlano e più il PD sprofonda.




La premiata ditta Bindi & Franceschini non è roba da poco. Guai a prenderla sottogamba. Rosy è la presidente del Partito democratico. Dario il capogruppo del Pd a Montecitorio. Nei partiti bene organizzati vige una regola: chi sta in alto parla soltanto nelle occasioni importanti, chi sta in basso può straparlare e sfogarsi. Ma nel Pd la norma è capovolta.

 La Bindi è diventata una parolaia devastante. Bianca o tricolore che sia, ha cancellato il ricordo del Parolaio rosso, Fausto Bertinotti, già leader di Rifondazione comunista. È sufficiente accendere la tivù per vederla e sentirla concionare a macchinetta. Di recente, è comparsa all’Infedele, a Ballarò, ad Annozero, a Otto e mezzo. Sempre con la solita grinta pomposa. E spesso traslocando da un talk show all’altro nell’arco di una sola serata.

Una sera stava nel parlatorio della Gruber e quando la trasmissione era appena finita, la si vide alzarsi di scatto, raccattare la borsa e correre via. Per andare  dove? A Ballarò, attesa con trepidazione dal compagno Floris. Giovedì scorso, 24 febbraio, stava di nuovo sulla 7, a Otto e mezzo. La mattina successiva, quella di venerdì 25 febbraio, eccola ancora sulla 7, questa volta a Omnibus.
 Il caso della Bindi sempre in tivù potrebbe innescare un dibattito sul declino dei talk show politici. E a proposito dello scarso professionismo di chi li organizza, a cominciare dai responsabili delle reti. In particolare della 7, ormai diventata un museo ambulante delle cere. Lì si vedono di continuo le stesse facce. E ogni volta si ascoltano le medesime litanie.

 La litania della Bindi la conosciamo a memoria. Lei ripete sempre un concetto solo. Qualunque cosa accada in Italia e nel mondo, la colpa è del Caimano, ossia del premier Silvio Berlusconi. Persino quando il Cavaliere si vide spaccare la faccia dal mattoide Massimo Tartaglia, Rosy liquidò la faccenda spiegando quello che adesso ricorderò.

La domenica 13 dicembre 2009, la Rosy se ne stava nella sua casa di Sinalunga, in provincia di Siena. Qui la scovò un redattore della Stampa, Carlo Bertini, e le chiese che cosa pensasse dell’attentato. E la Bindi sparò: «Sia ben chiaro che do la mia solidarietà al presidente del Consiglio. Resta il fatto che tra gli artefici di questo clima c’è anche Berlusconi. Lui non può sentirsi la vittima. Certi gesti qualche volta sono spiegabili».

INGENUA AMBIZIOSA
In questi giorni la Rosy è apparsa molto eccitata, poiché Nichi Vendola l’ha proposta come candidata premier dell’ammucchiata di centro-sinistra. Da signorina  pudica, lei ha sostenuto di non esserne degna. Ma sotto sotto, una speranziella la nutre. Forse non ha letto con attenzione il retroscena rivelato da Maria Teresa Meli sul Corriere della sera del 21 febbraio. Qui si spiegava che la mossa di Vendola era stata suggerita dal Parolaio Rosso, un Bertinotti per nulla dormiente. E con uno scopo preciso: spiazzare i dirigenti democratici e farli litigare fra di loro.

Un’ingenua ambiziosa la Bindi? Non lo so. Ma di certo l’altro socio della ditta, il Franceschini, forma con lei una tragica accoppiata. Confesso di non riuscire ad accanirmi su Dario. Gli devo un capitolo di uno dei miei libri sulla guerra civile. Con la storia del nonno materno e della madre bambina, dal nome incantevole: Gardenia. Inoltre lo considero più sfortunato che inetto.

La sua sfortuna cominciò quando Walter Veltroni divenne segretario del Pd e scelse come vice Dario. Era l’ottobre 2007 e iniziò per entrambi un ciclo disgraziato. La sconfitta nelle politiche del 2008, poi alle comunali di Roma, quindi alle regionali in Abruzzo e in Sardegna. Nel febbraio 2009, dopo aver letto un sondaggio della Swg che dava il Pd in caduta libera al 22 per cento, mentre il diabolico Di Pietro stava al 14 per cento, Walter si dimise da segretario del Pd.

Al suo posto venne eletto Dario. Con pochi voti e molti avversari interni. Matteo Renzi, oggi sindaco di Firenze, fu spietato. Disse che a guidare il partito era stato scelto «il vicedisastro di Veltroni». Senza volerlo, Franceschini fece di tutto per confermare quella cattiveria. Una delle sue prime proposte, nel marzo 2009, fu di chiedere una tassa sui ricchi. Vale a dire sui contribuenti sopra i 120mila euro. Lo scopo? «Aiutare le famiglie povere».

Poi Dario perse le elezioni europee del giugno 2009. Si dimise e, al suo posto, arrivò Pierluigi Bersani, che gli concesse la poltrona di capogruppo alla Camera. Da quel momento, Franceschini prese una deriva stramba. Forse cercava una rivincita d’immagine. Adesso ha ricominciato a esternare. E qualche giorno fa, di fronte al caos libico, ha morsicato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, colpevole di aver sostenuto che la democrazia non si può esportare.

DIMENTICARE LA SERBIA

Dario ha replicato che il centro-destra aveva appoggiato Bush nell’invasione dell’Iraq. Dimenticando che anche il suo centro-sinistra aveva fatto la guerra contro un altro dittatore: il serbo Slobodan Milosevic. Era il marzo 1999 e l’Italia intervenne, insieme agli altri paesi della Nato, con gli aerei da bombardamento. Il premier era Massimo D’Alema che per questo si prese gli insulti di Vendola: «Grevemente atlantico, cinicamente spoglio di dolore, con una spocchia da statista neofita, un tipo da “Porci con le bombe”».

A Franceschini bisogna regalare un libro di storia. Alla Bindi un silenziatore. E a Bersani un consiglio: cerchi di convincerli a restare zitti. Fanno soltanto dei danni al loro partito. Non saranno mica una quinta colonna dell’astuto Caimano?

di Giampaolo Pansa
28/02/2011

Maddaloni: Orrore al villaggio dei ragazzi 5 insegnanti arrestati per maltrattamenti una maestra e accusata di violenza sessuale su 2 bambini di 11 anni

La Squadra Mobile di Caserta ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare verso quattro educatori e una maestra elementare. Per tutti l'accusa è di maltrattamenti verso i piccoli ospiti della struttura, puniti con metodi umilianti e brutali. Alla donna è contestato anche l'abuso sessuale verso due bambini di 11 anni.



MADDALONI - Gli agenti della Squadra Mobile di Caserta hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di quattro educatori e di una maestra di scuola elementare della Fondazione 'Il villaggio dei ragazzi' di Maddaloni, nel Casertano, per maltrattamenti verso fanciulli e violenza sessuale ai danni di minori ospitati presso la struttura di assistenza sociale alla gioventu'. Le indagini della Polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno svelato il ricorso a metodi brutali e umilianti da parte di alcuni educatori della struttura i quali, stando ai risultati delle indagini, rivolgevano in maniera abituale appellativi mortificanti e usavano violenza nei confronti dei giovani ospiti nel convitto della Fondazione. Le accuse sono: maltrattamenti e lesioni; per l'insegnante e' stato contestato un episodio di violenza sessuale ai danni di due 11enni.

Fonte: Caserta Ce.

sabato 26 febbraio 2011

MEGLIO IL COLTELLO FRA I DENTI……CHE LA CODA FRA LE GAMBE.

                                                   


Circa un anno fa, si discuteva in Consiglio comunale, l’approvazione della delibera per l’individuazione delle area da destinare agli interventi del Piano Casa. I cittadini che potevano essere interessati a tale iniziativa, non furono informati della possibilità che si stava consumando, tenendoli così al buio di tutto. Queste importanti  informazioni, vennero tenute nascoste e ben chiuse nei cassetti del comune, ma non fu così per tutti. Infatti, i bene informati, si precipitarono a chiedere al comune di inserire nell’elenco i propri i terreni che potevano essere individuati.
L’interesse era altissimo, viste le enormi speculazioni edilizie che si poteva realizzare su dei terreni a prevalenza agricola, che diversamente non avrebbero potuto godere di tanto benessere. I nomi, che fecero domanda, risultarono essere sempre gli stessi, imprenditori  importanti, parenti di amministratori,  grossi e importanti elettori della maggioranza e amici di amici. Ricordo benissimo come si svolse il Consiglio, con un perfetto mutismo che celava gli interessi in campo e la consapevolezza che si stava facendo il colpaccio.
In quella sera, si stava dando vita alla più grossa speculazione edilizia della storia della cittadina. Un mio deciso e preciso intervento risvegliò quel poco che era rimasto delle coscienze di molti consiglieri, ma il grande capo fece sentire la sua voce e passarono sopra anche a delle precise prescrizioni della stessa legge, che avrebbe così permesso la costruzione di migliaia di alloggi nella nostra città, in zone agricole o similari sparse a macchia di leopardo. Le tavole con i terreni evidenziati, furono approvate e con esse  presero forma le mega speculazioni che faranno diventare questo cittadina un dormitorio senza alcuna prospettiva di sviluppo economico e sociale. L’edificazione di complessi da realizzare, paragonabili a veri e propri alveari,  serviranno solo ad investire capitali di dubbia provenienza e a permettere l’ulteriore scempio di un territorio che è già stato abbondantemente dilaniato dagli speculatori nel passato recente. Questi nuovi insediamenti abitativi, porteranno un notevole impatto disastroso al nostro territorio, con decine e decine di appartamenti che si troveranno in zone dove le opere di urbanizzazioni non esistono, procurando così dei danni irreparabili al territorio. Si è dato vita con quella delibera ad una corsa sfrenata all’acquisto di quei terreni individuati e alla procedura che porterà alla fase definitiva della costruzione degli alloggi.
La cosa più importante per la cittadinanza è che questi insediamenti assorbiranno notevolmente le cubature rimaste ancora  a disposizione del territorio, togliendo così la possibilità a chi vuole costruire la casa per il proprio figlio o per se stesso. Chi subirà questo torto saranno i Casapullesi  storici che non potranno più realizzare i propri sogni, o quelli dei propri figli.
Alla luce di tutto ciò, emerge che la politica è morta e la minoranza  è quasi assente.
Una  parte di questa , che accusa il sottoscritto e qualche altro collega di combattere sempre e  comunque con il coltello fra i denti, velatamente è passata tra le file della maggioranza. Quella rimasta, e che si impegna ancora a portare avanti l’azione di controllo sull’operato della maggioranza, subisce continui soprusi e vendette..
Personalmente faccio appello alle Associazioni, a tutti i  Partiti (quelli che ancora esistono), alle parrocchie e  a tutti coloro che hanno a cuore il futuro Casapulla,  di fare sentire la propria voce al fine di evitare un disastro enorme, dal quale la nostra comunità non potrà mai più risollevarsi.

Peppe Piantieri
      Consiglieri Comunale

lunedì 21 febbraio 2011

Anche Renzi stronca la candidatura della Bindi: "Troppo vecchia, vorrei un nome vincente..."

 

Nuova tempesta sul Pd. Il sindaco di Firenze rottama la Bindi: "Sta in Parlamento da prima della caduta del Muro di Berlino. Vorrei che ci fosse un candidato in grado di vincere le elezioni". Scontro nel partito sulla giustizia. E l'Idv lancia l'ultimatum: "Scelgano con chi allearsi, noi o il Terzo polo".

Roma - Non ha nulla contro Rosy Bindi. Questo, Matteo Renzi, ci tiene a chiarirlo subito. Il fatto è che il sindaco di Firenze preferirebbe un candidato premier per vincere e non per rimanere ancora una volta all'opposizione. Dopo l'intervista al Giornale, il rottamatore torna a bocciare le logiche da vecchio partito portate avanti dalla sinistra. Assicura di non voler fare il salto a Roma, ma ci tiene a pungolare la direzione del piddì affinché non candidi una Bindi che è in politica da prima della caduta del Muro di Berlino.
Il "no" di Renzi alla Bindi Guarda alla politica nazionale ma senza scendere a Roma. E si arroga il diritto di "intervenire sulle questioni politiche" del proprio partito. Un diritto che è ormai una vera e propria spina nel fianco dei big democratici. E' così che il sindaco di Firenze non poteva mancare al dibattito - tutto interno al centrosinistra - del "Bindi sì, Bindi no" lanciato settimana scorsa dal leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola. Renzi risponde senza mezzi termini: "Niente contro Rosy Bindi, però sta in Parlamento da prima della caduta del Muro di Berlino, dal giugno 1989". Insomma, il nuovo che avanza e manda in pensiono i dinosauri della politica. Intervistato da Maurizio Belpietro su Canale 5, il rottamatore boccia dunque la candidatura della Bindi. Questione di età. E di freschezza. "Ha fatto sei mandati, il ministro due volte, ha già corso alle primarie perdendo contro Veltroni - spiega il sindaco di Firenze a Mattino Cinque - io vorrei che ci fosse un candidato in grado di vincere le elezioni, non di perdere alle primarie". Quello che Renzi lamenta è la mancanza di una "classe dirigente nuova", capace di rifondare un'Italia che vive una situazione "preoccupante". "Vorrei - conclude il primo cittadino di Firenze - che agli amministratori, siccome non lo siamo di un condominio ma di una città, sia riconosciuto il diritto di intervenire sulle questioni politiche".
Il fronte dei "ribelli" nel Pd Non c'è solo Renzi a pungolare il fianco di Bersani. nelle ultime settimane, infatti, il fronte dei ribelli sembra essersi allargato. Così mentre Dario Franceschini chiude alla possibilità di un’intesa bipartisan sul ddl che ripristina l’immunità parlamentare, Luciano Violante apre all’ipotesi di reintrodurla anche se precisa che di ciò si può discutere "in un clima diverso". L’esponente Pd pensa a "un’immunità a tempo per una sola legislatura e votata con la maggioranza di due terzi o della Camera o del Senato a seconda dell’appartenenza del parlamentare". Violante è infatti dell’avviso che ci siano "riforme costituzionali serie e urgenti che premono da anni, sulle quali tutti quanti dicono di essere d’accordo e non si capisce bene perché non si fanno". In realtà, al di là del merito, l'apertura di Violante conferma uno scontro che si sta consumando all'interno del Partito democratico, uno scontro che rischia di logorare definitivamente i veritici.
Il pressing di Di Pietro In realtà, a preoccupare il Pd non è soltanto la scelta del candidato premier. Per prima cosa dovrà, infatti, decidere con chi presentarsi alle elezioni. L'idea di D'Alema di mettere insieme una grande ammucchiata sembra non trovare più terreno fertile. L'Italia dei Valori, infatti, continua a chiedere unascelta di campo. "Più che di una persona c’è bisogno di unitarietà di coalizione sulla base di un programma comune", spiega Antonio Di Pietro invitando i democratici a "dire se crede o no nel sistema bipolare". Un sistema che obbligherebbe a decidere, "prima del voto, quali sono le alleanze, per chi votano e sulla base di quale programma. L’idea del Terzo polo nasce invece dal presupposto di non allearsi con nessuno per poi unirsi con il migliore offerente". Un ultimatum, quello dell'ex pm, che va a unirsi alle polemiche scatenate dai ribelli garantisti che negli ultimi giorni si sono dissociati dalla linea del Pd. Stretto in questa morsa Bersani non riesce infatti a far fronte al crescente malumore che immobilizza il partito.

domenica 20 febbraio 2011

VERGINI MINORENNI ALL'ASTA SUL WEB: ARRESTI IN PROVINCIA DI CASERTA



CASERTA, 9 FEBBRAIO 2011 (Fonte: Casertasette) - Sono stati eseguiti anche in provincia di Caserta, tra il litorale domizio e l’agro aversano, alcuni dei quaranta arresti della Squadra Mobile di Messina nell’ambito di un’inchiesta denominata Bani-Bani a seguito della quale la polizia ha scoperto un’organizzazione che costringeva giovani romene a prostituirsi. La banda ben ramificata in varie province, stando all’accusa, aveva persino indetto anche un'asta per la vendita della verginità di una minorenne straniera. Nel sito web Gsex era stata proposta al migliore offerente la verginità di una ragazza non ancora diciottenne: erano pervenute proposte a prezzi variabili da 800 a 6 mila euro. E’ questo uno dei particolari emersi dalle intercettazioni della lunga indagine andata avanti per circa un anno con intercettazioni on line eseguite anche in provincia di Caserta. Le ragazze venivano controllate e sottoposte a violenze e stupri perchè si rassegnassero a subire la mercificazione del loro corpo. Le indagini hanno accertato che il gruppo, che si era poi diviso in tre organizzazioni, durante le ore lavorative per impedirne la fuga o la libertà di movimento, sorvegliava le donne continuamente attraverso un servizio di ronda ininterrotta. Marginale il coinvolgimento degli italiani che avevano solo il compito di accompagnatori delle donne e di fornitori di profilattici. I vertici e gli organizzatori della tratta erano invece romeni. Solo quattro delle prostitute identificate durante le indagini hanno deciso di collaborare con la polizia e sono state sottoposte a un programma di protezione sociale che prevede l'inserimento nel mondo del lavoro. Gli investigatori hanno scoperto che esisteva una sorta di «racket del marciapiedi»: si pagavano mille euro al mese per un posto dove battere. Oltre che a Messina e Caserta gli arresti sono stati eseguiti a Palermo, Catania, Siracusa, Milazzo, Cosenza, Firenze e Monza. Nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, intanto, sono stati rese note le cifre su questo drammatico fenomeno in provincia di Caserta: «rilevante – è scritto nella relazione - l’aumento dei reati commessi da cittadini stranieri, in particolare extracomunitari, in tema di violazione delle norme sull’immigrazione, nonché traffico di droga, sfruttamento della prostituzione e furti in abitazione il che – prosegue la relazione – fa apparire inadeguato l’apparato sanzionatorio in particolare per quanto concerne la concreta espulsione dei clandestini».

mercoledì 16 febbraio 2011

Sen. Menardi: lascerò Fli. A Palazzo Madama Fini non esiste più.

                                 DOPO IL VOTO SUL dECRETO mILLEPROROGHE
                                    il gruppo di Futuro e Liberta' si spacca.
                   ora Fini non ha più i dieci senatori per il gruppo al Senato.
                              la linea "dura" di gianfranco non paga.



Giuseppe Menardi ha annunciato il proprio addio al gruppo di Futuro e Libertà al Senato, decretando di fatto la scomparsa dei futuristi a Palazzo Madama. "La mia esperienza all'interno del gruppo. Per me il percorso si è concluso domenica con il nuovo organigramma del partito. Io torno nei confini della maggioranza parlamentare". 
Un bruttissimo colpo per il partito fondato da Gianfranco Fini. Politico, perché rafforza la posizione di Silvio Berlusconi. E numerico, perché lo stesso gruppo di Fli al Senato ora, sarebbe ridotto a nove elementi, mentre il numero minimo è di dieci. La rottura decisiva è arrivata poche ore dopo il voto in Aula sul decreto Milleproroghe, che ha visto i futuristi schierarsi su posizioni differenti. Un misto di decisioni di merito, di assenze forzate, di scelte deliberate in dissenso ed è stato subito 'ordine sparso'. La crisi a meno di 24 ore  dalla vicenda Viespoli (su cui i senatori Fli si erano dimostratti compatti) era stata annunciata dallo stesso Menardi, dopo il voto al Senato. 
"Il gruppo - aveva detto - esiste formalmente e non so per quanti giorni o ore. Certo, non saranno tempi biblici".
 La reazione più dura arriva da uno dei cosiddetti falchi finiani, Fabio Granata: "Abbiamo già pagato un prezzo troppo alto a chi stava con noi per 'frenarci'. Ora basta".  "Il progetto di Futuro e Libertà - ha continuato - è affidato alla passione dei militanti e alla nostra determinazione. Mi auguro che nessuno abbandoni il movimento ma sono anche consapevole che Sel è al 9% senza avere gruppi parlamentari. Sono le idee e la passione politica a radicare i movimenti, non il numero dei parlamentari".

FIDUCIA FATALE - Sul Milleproroghe, Viespoli, Mario Baldassarri, Maurizio Saia e Giuseppe Valditara hanno votato contro, , Franco Pontone e Maria Ida Germontani si sono astenuti (voto comunque contrario) , Barbara Contini ('infortunata' per una caduta) è arrivata a Palazzo Madama dopo la fiducia mentre Menardi è rimasto fuori dall'Aula "in dissenso" dal no del gruppo. Assente giustificato il febbricitante Candido De Angelis mentre  Egidio Digilio ha spiegato: "Non ho votato perché non ho partecipato alla votazione. Non ho partecipato alla votazione perché non ero in aula... Ci fossi stato, avrei votato contro. Non c'è nessuna strategia, sia chiaro, nessuna titubanza. Sono e rimango nel Fli".

GIANFRANCO SE NE FREGA - Spiegazioni più o meno valide, più o meno fantasiose, che non risolvono comunque i gravissimi problemi in seno al neonato partito, anzi. Per tutto il giorno Viespoli ha tenuto a rapporto il suo manipolo per cercare di superare freddezze e frizioni. L'oggetto del contendere è ancora il ruolo di presidente vicario di Italo Bocchino, scelto daFini come timone del partito e 'incoronato' con le nomine decise all'Assemblea Costituente di Milano, domenica scorsa. Ieri sera Gianfranco dopo le dimissioni rientrate del suo luogotenente
ha commentato la vicenda con uno sprezzante "Non cambio linea...". Ora, però, non potrà più far finta di niente.
16/02/2011

Senato: Milleproroghe passa la fiducia. Fli si spacca subito.


   Ora il testo va alla camera. Nel partito di Fini ognuno vota come  
   vuole.




Il governo ha ottenuto in Senato la fiducia chiesta sul decreto Milleproroghe. I sì sono stati 158 e 136 i no. Quattro gli astenuti. A favore dell’esecutivo hanno votato Pdl e Lega, contro Pd, Idv, Fli, Udc e Mpa. In dissenso da Fli, Giuseppe Menardi non ha votato. Il decreto ora passa alla Camera per la seconda lettura che dovrà essere completata entro il 27 febbraio, quando scadranno i termini di conversione.

FLI SI SPACCA - L'esecutivo incassa così la fiducia a Palazzo Madama, ma dall'esito del voto emerge con certezza quello che già pareva altrettanto sicuro: Futuro e Libertà, il partito di Gianfranco Fini, è già spaccato in due. Oltre a Menardi, hanno votato contro, espimendo il loro dissenso dalla linea di Fini, Viespoli e Mario Baldassarri, ma anche Maurizio Saia e Giuseppe Valditara. Si è astenuto Francesco Pontone e non hanno partecipato al voto Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Candido De Angelis e Barbara Contini. "Avremmo voluto che questo provvedimento avesse contenuti più coerenti rispetto ad un percorso, soprattutto per quanto riguarda le questioni economiche, che insieme ad altri colleghi del gruppo avevamo prospettato", ha spiegato Menardi.

LE NORME APPROVATE - Tra le norme decise in seguito all'approvazione del decreto unico, spiccano i 200 milioni di euro (100 previsiti per quest'anno, il resto per il 2012) destinati alle popolazioni alluvionate in Veneto, Liguria, Campania e in Provincia di Messina. Agevolazioni anche per i terremotati dell'Abruzzo, dato che è stata sospesa la raccolta delle tasse non versate in scadenza tra il primo gennaio e il 31 ottobre di quest'anno. Sempre in favore degli Abruzzesi, è stato spostato il termine degli adempimenti tributari al 31 dicembre 2011. Tra le novità del Milleproroghe, l'introduzione del foglio rosa per mini-car e motorini.
Fonte: Libero 16/02/2011

Matteo Renzi: una spalla amica per Berlusconi.

Il Sindaco "rottamatore" del Pd. tende la mano a Berlusconi:
"A certi livelli, hai poche persone fidate intorno"





Da miglior avversario a miglior amico. Matteo Renzi rischia di fare il grande salto e passare dalla parte di Silvio Berlusconi. Politicamente ancora no, umanamente quasi. A farlo intuire è lo stesso sindaco di Firenze che nel suo libro 'Fuori', presentato questa mattina a Roma, si lascia andare a riflessioni affettuose sul Cavaliere, incontrato a dicembre ad Arcore nella cena delle polemiche. "Berlusconi mi apparve come un ospite cordiale e disponibile, ma anche e soprattutto come un un uomo solo". Giudizio da lacrimuccia, cui si aggiungono altre parole di comprensione per le umane debolezze e giudiziari inciampi: "Quando arrivi a certi livelli, mi immagino, ti circondano ruffiani e mezze calze, nani e ballerine, ma solo pochi amici fidati che ti vogliono bene per quello che sei e non per quello che possono ottenere da te". Parole di Matteo Renzi, musica di Dario Baldan Bembo... L'affetto è quasi parentale. "Non riesco a odiarlo. Non è solo un problema di età. Facendo i conti scopro che ha appena sei anni meno di mia nonna Annamaria. E' anche e soprattutto la reazione a un atteggiamento di antiberlusconismo viscerale che giudico dannoso più che inutile". E se, come scherza il sindaco rottamatore del Pd, "forse alla fine butteranno 'Fuori' me", Renzi si troverà una spalla amica sull'altra sponda, a Villa San Martino.

Fonte: Libero del 16.02.2011

martedì 15 febbraio 2011

Barbareschi pizzica Fini: meglio Vendola che Berlusconi?



Se Fini preferisce Vendola e il Pd a Berlusconi e al centrodestra, evidentemente Futuro e Libertà non sarà più il mio partito. E come me, molti". Ne è sicuro Luca Barbareschi, deputato di Futuro e Libertà ospite del direttore di Liberto Maurizio Belpietro a 'La telefonata' su Canale 5.

Barbareschi, lei è stato l'uomo che ha scritto il manifesto di Fli presentato a Bastia Umbra, ma non era presenta a Milano. Perché?"Diciamo che al manifesto ho partecipato insieme ad altre persone... Non sono d'accordo sulla linea, non è un problema di nomine, Fini può decidere la sua classe dirigente. Io pensavo però a un partito che funzionasse da stimolo a Berlusocni, non a quello che sta accadendo. Accordi a sinistra, un partito cavallo di Troia per una magistratura che combatto da Tangentopoli ad oggi...".
Quindi crede che dietro le parole del presidente di Futuro e Libertà ci sia l'intenzione di allearsi col Pd e Vendola?"Non è un sospetto, è già un dato di fatto. Alcuni, come me, Viespoli e Urso hanno un'altra linea. Se la linea è quella di allinearsi con la sinistra, il partito non farà più parte della mia storia. Si può criticare Berlusconi ma bisogna tener conto anche delle cose buone fatte dal governo di centrodestra, come la riforma Gelmini che tra l'altro abbiamo votato".
Urso e Viespoli hanno minacciato l'addio. Cosa succederà?"C'è molta perplessità, ognuno di noi ha storie diverse, alcuni di lungo corso devono misurarsi con una nuova classe dirigente che li sta scavalcando".
Usciranno dal partito?"Tutto è possibile. A Bastia Umbra ricordo 7-8.000 persone, mi sono emozionato. A Milano invece c'è stata una scarsa affluenza e freddezza generale. Anzi, la standing ovation è arrivata sì, ma per Urso. Mi auguro che i leader ascoltino la base e non la prendano in giro".
Ci crede al Terzo polo?"Sinceramente no, non è possibile una trasversalità così ampia".
In pratica, dalla ex Democrazia Cristiana agli eredi del Movimento sociale..."Io, tra l'altro, del Terzo polo ho saputo in tv. Questo per dire della trasparenza del partito".
Non la convince l'organizzazione di Futuro e Libertà?"Siamo andarti via in polemica con il 'partito del predellino'. Volevamo una classe dirigente scelta con più giustizia, ma se avremo il 'Predellino 2, la vendetta' non va bene. C'è molta confusione. Quando sul Secolo d'Italia ho letto interventi di Scalfari, Gad Lerner, Travaglio, lì ho capito che non era più il mio partito, qualcuno evidentemente voleva la benedizione culturale della sinistra al caviale...".


Fonte: Libero del 15.02.2011

domenica 13 febbraio 2011

L'ultima lettera di Paolo Borsellino.


"Gentilissima" professoressa, uso le virgolette perché le ha usate Lei nello scrivermi, non so se per sottolineare qualcosa, e "pentito" mi dichiaro e dispiaciutissimo per il disappunto che ho causato agli studenti del Suo Liceo per la mia mancata presenza all'incontro di Venerdì 24 gennaio.
Intanto vorrei assicurarle che non mi sono affatto trincerato dietro un compiacente centralino telefonico (suppongo quello della Procura di Marsala) non foss'altro perché a quell'epoca ero stato già applicato per quasi tutta la settimana alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ove da pochi giorni mi sono definitivamente insediato come Procuratore Aggiunto
.
Se le Sue telefonate sono state dirette a Marsala non mi meraviglio che non mi abbia mai trovato. Comunque il mio numero telefonico presso la Procura di Palermo è (...), utenza alla quale rispondo direttamente.
Se ben ricordo, inoltre, in quei giorni mi sono recato per ben due volte a Roma nella stessa settimana e, nell'intervallo, mi sono trattenuto ad Agrigento per le indagini conseguenti alla faida mafiosa di Palma di Montechiaro.
Ricordo sicuramente che nel gennaio scorso il dott. Vento del Pungolo di Trapani mi parlò della Vostra iniziativa per assicurarsi la mia disponibilità, che diedi in linea di massima, pur rappresentandogli le tragiche condizioni di lavoro che mi affliggevano. Mi preannunciò che sarei stato contattato da un Preside del quale mi fece anche il nome, che non ricordo, e da allora non ho più sentito nessuno.
Il 24 Gennaio poi, essendo ritornato ad Agrigento, colà qualcuno mi disse di aver sentito alla radio che quel giorno ero a Padova e mi domandò quale mezzo avessi usato per rientrare in Sicilia tanto repentinamente. Capii che era stata "comunque" preannunciata la mia presenza al Vostro convegno, ma mi creda, non ebbi proprio il tempo di dolermene perché i miei impegni di lavoro sono tanti e così incalzanti che raramente ci si può occupare di altro.
Spero che la prossima volta Lei sarà così gentile da contattarmi personalmente e non affidarsi a intermediari di sorta o telefoni sbagliati.
Oggi non è per certo il giorno più adatto per risponderLe perché frattanto la mia città si è di nuovo barbaramente insanguinata ed io non ho più tempo da dedicare neanche ai miei figli, che vedo raramente poiché dormono quando esco da casa ed al mio rientro, quasi sempre in ore notturne, li trovo nuovamente addormentati.
Ma è la prima domenica, dopo almeno tre mesi, che mi sono imposto di non lavorare e non ho difficoltà a rispondere, però in modo telegrafico, alle sue domande.
1) Sono diventato giudice perché nutrivo grandissima passione per il diritto civile ed entrai in magistratura con l'idea di diventare un civilista, dedito alle ricerche giuridiche e sollevato dalla necessità di inseguire i compensi dei clienti. La magistratura mi appariva la carriera per me più percorribile per dare sfogo al mio desiderio di ricerca giuridica non appagabile con la carriera universitaria per la quale occorrevano tempo e santi in paradiso.
Fui fortunato e divenni magistrato nove mesi dopo la laurea (1964) e fino al 1980 mi occupai soprattutto di cause civili, cui dedicavo il meglio di me stesso. E' vero che nel 1975, per rientrare a Palermo, ove ha sempre vissuto la mia famiglia, ero approdato all'Ufficio Istruzione Processi Penali, ma ottenni l'applicazione, anche se saltuaria, ad una sezione civile e continuai a dedicarmi soprattutto alle problematiche dei diritti reali, delle (...) legali, delle divisioni ereditarie ecc.
Il 4 maggio 1980 uccisero il Capitano Emanuele Basile ed il Cons. Chinnici volle che mi occupassi io dell'istruzione del relativo procedimento. Nel mio stesso ufficio frattanto era approdato, provenendo anche egli dal Civile, il mio amico d'infanzia Giovanni Falcone e sin da allora capii che il mio lavoro doveva essere un altro. Avevo scelto di rimanere in Sicilia ed a questa scelta dovevo dare un senso. I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso ad occuparmi quasi casualmente, ma, se amavo questa terra, di essi dovevo esclusivamente occuparmi.
Non ho più lasciato questo lavoro e da quel giorno mi occupo pressoché esclusivamente di criminalità mafiosa. E sono ottimista poiché vedo che verso di essa i giovani, siciliani e no, hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarant'anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta.
2) La Dia è un organismo investigativo formato da elementi dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, e la sua istituzione si propone di realizzare il coordinamento fra queste tre strutture investigative che, fino ad ora, con lodevoli ma scarse eccezioni, hanno agito senza assicurare un reciproco scambio di informazioni ed una auspicabile razionale divisione dei compiti loro istituzionalmente affidati in modo promiscuo e non coordinato.
La Dna è una nuova struttura giudiziaria che tende ad assicurare soprattutto una circolazione delle informazioni fra i vari organi del Pubblico Ministero distribuiti tra le... circoscrizioni territoriali.
Sino ad ora questi organi hanno agito in assoluta indipendenza ed autonomia l'uno dall'altro (indipendenza e autonomia che rimangono nonostante la nuova figura del Superprocuratore) ma anche in condizioni di piena separazione, ignorando nella maggior parte dei casi il lavoro e le risultanze investigative e processuali degli altri organi, anche confinanti, e senza che vi fosse una struttura sovrapposta delegata ad assicurare il necessario coordinamento e ad intervenire tempestivamente con propri mezzi e proprio personale giudiziario nel caso in cui se ne ravvisi la necessità.
3) La mafia (Cosa Nostra) è una organizzazione criminale, unitaria e verticisticamente strutturata, che si contraddistingue da ogni altra per la sua caratteristica di "territorialità".
Essa è suddivisa in "famiglie", collegate tra loro per la comune dipendenza da una direzione comune (Cupola), che tendono ad esercitare sul territorio la stessa sovranità che su esso esercita, deve esercitare, legittimamente, lo Stato.
Ciò comporta che Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono o affluiscono sul territorio principalmente con l'imposizione di tangenti (paragonabili alle esazioni fiscali dello Stato) e con l'accaparramento degli appalti pubblici, fornendo al contempo una serie di servizi apparenti rassembrabili a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro ecc., che dovrebbero essere forniti esclusivamente dallo Stato.
E' naturalmente una fornitura apparente perché a somma algebrica zero, nel senso che ogni esigenza di giustizia è soddisfatta dalla mafia mediante una corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di criminalità (storicamente soprattutto dal terrorismo) è fornita attraverso l'imposizione di altra e più grave forma di criminalità. Nel senso che il lavoro è assicurato ad alcuni (pochi) togliendolo ad altri (molti).
La produzione ed il commercio della droga, che pur hanno fornito Cosa Nostra dei mezzi economici prima indispensabili, sono accidenti di questo sistema criminale e non necessari alla sua perpetuazione.
Il conflitto inevitabile con lo Stato con cui Cosa Nostra è in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) è risolto condizionando lo Stato dall'interno, cioè con le infiltrazioni negli organi pubblici che tendono a condizionare la volontà di questi perché venga indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di tutta la comunità sociale.
Alle altre organizzazioni criminali di tipo mafioso (camorra, 'ndrangheta, Sacra Corona Unita ecc.) difetta la caratteristica della unitarietà ed esclusività. Sono organizzazioni criminali che agiscono con le stesse caratteristiche di sopraffazione e violenza di Cosa Nostra, ma non ne hanno l'organizzazione verticistica ed unitaria. Usufruiscono inoltre in forma minore del "consenso" di cui Cosa Nostra si avvale per accreditarsi come istituzione alternativa allo Stato, che tuttavia con gli organi di questo tende a confondersi.

Paolo Borsellino 19 luglio 1992.

sabato 12 febbraio 2011

Berlusconi dice si alla sospensione degli abbattimenti degli stabili abusivi, purchè siano prima casa. L'On. Enzo D'Anna soddisfatto.





COMUNICATO STAMPA

"Dopo le nostre richieste e grazie all’intervento del Senatore Sarro, il Governo ha inserito nel ‘decreto milleproroghe’  l'emendamento di sospensione delle demolizioni degli immobili destinati esclusivamente a prima abitazione". Lo ha dichiarato Enzo D’ Anna, componente della commissione Sanità e Affari Sociali della Camera dei Deputati e tra i fondatori del gruppo de “i Responsabili". "Il condono edilizio, è una iniziativa che in Campania riguarda molto da vicino migliaia di famiglie di cittadini campani per i quali l’abbattimento comporterebbe la perdita di tutto". "La nostra è stata una battaglia di giustizia e di perequazione vinta soprattutto in nome dei cittadini della nostra regione che rischiavano di perdere la casa". "Dopo - ha aggiunto il parlamentare del Pdl -,  l’abrogazione della legge regionale da parte della Corte costituzionale, ora è necessaria una nuova  legge regionale  che tuteli i diritti di tutti senza disparità di trattamento in danno delle popolazioni". D’Anna si era detto da subito contrario alla non ammissibilità dell'emendamento al cosiddetto 'decreto milleproproghe' che puntava alla sospensione degli abbattimenti delle abitazioni costruite senza la dovuta licenza edilizia”.

Fonte: Casertace 12.02.2011

sabato 5 febbraio 2011

GUERRA NELL' UDC PER UNA POLTRONA .





La Corte d'Appello accoglie il ricorso di Consoli contro De Lucia. E lui: resto al mio posto, ricorrerò anch'io
Il coordinatore provinciale zinziano Consoli, aveva denunciato l'ex sindaco: non si era messo in aspettativa per candidarsi e aveva ricevuto gli stipendi di marzo e aprile 2010 dallo Stapa-Cepica.
 
NAPOLI - Consiglio regionale della Campania, si registrano uscite ed ingressi.  
Secondo informazioni raccolte dal Velino, infatti, è prossimo alla decadenza il consigliere Udc Pasquale De Lucia: è stata depositata stamattina, infatti, la sentenza della Corte di  Appello di Napoli (competente a  giudicare i ricorsi in materia   elettorale) che considera l'esponente Udc di Caserta “ineleggibile”. “Non si era messo in aspettativa dal posto di dipendente regionale all'atto della candidatura”, è scritto nella sentenza che fa seguito ad un primo ricorso presentato dal primo dei non eletti nel collegio di Caserta ma respinto per vizi di forma. Il ricorrente è Angelo Consoli, risultato appunto primo dei non eletti con 7.266 voti: alla magistratura aveva inviato i documenti necessari a  dedurre che De Lucia non si era messo in aspettativa dall'ufficio Stapa-Cepica di Caserta prima del termine previsto dalla legge ma solo “in data 29 aprile 2010”, che si era messo in congedo “e che quindi non aveva cessato le funzioni” e infine che “ha firmato i cedolini di accredito dello stipendio dei mesi di marzo e aprile 2010”. Ora il giudizio della Corte di Appello che gli dà ragione.

AGGIORNAMENTI - ore 15.30
Arriva la reazione di De Lucia, che rammenta innanziutto di essere stato "eletto dal popolo con oltre 2mila voti di scarto" su Angelo Consoli e di aver già "vinto in tribunale su sentenza di primo grado, sulla base di numerose sentenze espresse dalla Suprema Corte di Cassazione il ricorso contro la sua ineleggibilità".
"Oggi  - dice De Lucia - la Corte di Appello di Napoli ha accolto il ricorso a tale sentenza  proposto dal Consoli. Ritengo che la Corte d’Appello sia incorsa in un errore di valutazione degli atti e, riconfermando la mia piena fiducia nella magistratura, intendo chiarire che l’efficacia di tale decisione si avrà solo a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione con sentenza passata in giudicato cui intendo far ricorso. Pertanto, nella convinzione che la Cassazione non smentisca se stessa, in attesa delle tempistiche di prassi, certo che la verità trionfi sempre e comunque al dì là di ogni sorta di alchimia politica, continuerò a svolgere il mio ruolo di consigliere regionale e di presidente dell’ottava Commissione al  servizio e nell’interesse della collettività che, costantemente conferma fiducia e stima nel mio operato, così come si è evidenziato anche nella fase di adesione al nuovo Partito della Nazione, conclusosi il 31 gennaio 2011”.
Una precisazione indirizzata innanzitutto a Zinzi: De Lucia è schierato sulle posizioni di Ciriaco De Mita e a lui sono riconducibili un nutrito pacchetto di tessere, oltre che una pattuglia alcuni amministratori locali dedl Casertano.
“ Oggi sicuramente io non vado a casa - conclude sarcastico -, a differenza di altri che vi sono stati relegati dal popolo”.  

Senso unico alternato sulla strada statale 700 della Reggia di Caserta

Fonte: Caserta News - Anas.


TRAFFICOCasapulla -

L'Anas comunica che è stato istituito un senso unico alternato regolato da impianto semaforico sulla strada statale 700 "della Reggia di Caserta" a causa di un abbassamento del piano viabile verificatosi al km 12,800 nel comune di Casapulla.
Il tratto della statale sarà riaperto completamente al traffico nel più breve tempo possibile, al termine di verifiche più accurate ed in seguito all'accertamento, da parte dei tecnici dell'Anas, del ripristino completo delle condizioni di sicurezza.
Sul posto è attivo un presidio Anas, sia per monitorare il tratto stradale, sia per gestire la viabilita' nella zona e prevenire disagi alla circolazione.
L'Anas raccomanda agli automobilisti di guidare con prudenza e di informarsi sulle condizioni meteo prima di mettersi in viaggio. Si ricorda che l'informazione agli automobilisti sulla viabilità e sul traffico è assicurata attraverso le emittenti radio-televisive, il sito www.stradeanas.it e il numero pronto Anas 841-148.

IL 2011 SARA’ DETERMINANTE PER LE SORTI DELL’AMMINISTRAZIONE


A 20 mesi dall’insediamento dell’attuale maggioranza, il 2011 appena cominciato, si prefigura come un duro banco di prova, a tratti pericoloso, da superare per gli amministratori in carica. Nei mesi passati, questi,  hanno prodotto una serie di atti amministrativi che stanno per arrivare al termine del loro corso, e se questi si dimostrassero inefficaci o inappropriati, il Sindaco, la Giunta e la Maggioranza tutta , dovrebbero cominciare a preoccuparsi per quello che potrebbe succedere nelle stanze del Comune.
In molti casi, hanno avviato o iniziato delle procedure, che porterebbero l’Ente ad una serie di gravi problemi sia di carattere amministrativo e una forte esposizione di carattere finanziario, pesantissime per la cittadinanza. Molte di queste, sono basate sul poco, o sul nulla, o su delle prese di posizioni personalistiche - vendicative, che in politica, mai e poi mai dovrebbero essere fatte.
Alcune di queste, sicuramente pregiudicheranno il futuro e lo sviluppo della cittadina, dando vita ad una serie di processi, che porteranno una certa  ricaduta negativa per chi abita, vive e storicamente ama Casapulla. Ogni cittadino, potrebbe vedersi definitivamente sfumare i propri sogni, le proprie aspettative e quelle dei propri figli, a discapito degli interessi generali e di affari che si stanno materializzando al di sopra delle nostre teste, dando vita a forti azioni anche speculative.  
Le scelte, decise da pochi e fatte condividere a molti (consiglieri ignari), rivestono in alcuni di questi casi, anche delle responsabilità personali e patrimoniali di questi, che potrebbero segnare la vita futura e personale di chi in modo superficiale ha sostenuto e condiviso tali atti amministrativi.
Governare una cittadina, non è mai stato facile, ma essere spregiudicati e garibaldini, in alcuni casi non paga chi lo fa, mentre nelle stanze del comune da qualche anno, si crede fortemente nella tesi, praticandola anche, che la fortuna aiuterebbe gli audaci (non sempre è così).
Come cittadino prima,  e come consigliere comunale dopo, mi auguro che tutto ciò non accada, per il bene di tutti, anche se da qualcuno in passato sono stato e siamo stati definiti (noi della minoranza, quei pochi rimasti) delle “ CASSANDRE”, ma che questo avvenga è fortemente fondato.
A loro vorrei trasmettere un solo messaggio,”CASAPULLA E’ DI TUTTI …. NON SVENDIAMOLA” potrebbe essere pericoloso!!
                                                                                                                      
                                                                                                                                     Il Consigliere Comunale
                                                                                                                                            Peppe Piantieri

venerdì 4 febbraio 2011

Sciocchezze, inesattezze e imbarazzo di Bosco e Baccaro


Nel passato consiglio comunale del 03.12.2010, su delle precise richieste di chiarimento in merito all’assestamento del bilancio fatte dal gruppo consiliare de “Il Faro” attraverso il capogruppo Giuseppe Piantieri e al Consigliere Andrea Martusciello, la maggioranza targata Bosco è apparsa impacciata, in evidente difficoltà e molto confusionaria nelle risposte. Le richieste erano riferite a una minore spesa di quasi € 10.000 sul capitolo dei servizi cimiteriali per l’anno 2010. Sul punto in questione rispondeva prima l’assessore al bilancio Baccaro, il quale non sembrava essere sicuro e preciso nelle risposte, tanto da affermare in ultima battuta, che forse questa minore spesa era dovuta agli emolumenti dello stipendio del Custode del Cimitero, che da poco era andato in pensione. Tutto non vero!!!
Poi rispondeva il Sindaco, il quale affermava che la minore spesa era dovuta al loro mancato espletamento della gara per i servizi cimiteriali e che lo stesso aveva delegato le ditte dei trasporti funebri a interessarsi di tutto.
Bugie solo bugie!!!
Al confusionario assessore al Bilancio, si replicava che bisogna venire in consiglio preparati e precisi, e che le somme dello stipendio del custode andato in pensione erano presenti nel bilancio sotto la voce stipendi dell’Area Tecnica e non sotto la voce servizi cimiteriali. Al Sindaco, invece, si ricordava che non era  possibile delegare ad  altri e per lo più ditte esterne,  dei servizi delicatissimi come le tumulazioni, le inumazioni, le traslazioni e le esumazioni, in assenza di una gara regolare, o di un affidamento temporaneo. GRAVISSIMO!!!
La verità è, che la previsione di bilancio stanziata era di € 15.000 per i servizi svolti nel cimitero prima citati, che in precedenza venivano svolti da una ditta esterna. Il servizio in questione prevedeva che ogni singola operazione svolta nell’ambito del cimitero, avvenisse solo dopo il pagamento dei diritti alla segreteria generale del comune, che poi ne autorizzava i lavori attraverso l’Ufficio Tecnico. La minore spesa ha evidenziato che il comune da quando la gara non è stata più rinnovata, non controlla tutte le operazioni che si svolgono nel perimetro del cimitero e non detiene nessun dato che possa far emergere le cose che accadono nello stesso. Che le stesse vengono svolte senza nessun controllo e senza nessuna autorizzazione, e che nessuno sa cosa avviene e quando avviene. Si è generato così un libero mercato delle operazioni, favorendo delle illegittime e illegali operazioni nel cimitero, non corrette ne sotto il profilo delle regolarità amministrativa ne in materia di Polizia Mortuaria.
Nei prossimi giorni, il gruppo consiliare di minoranza farà chiarezza su tutta la problematica emersa e farà un preciso esposto alle autorità competenti.

Richiesta Documentazione: Manifestazione" Sfilata di cavalli al trotto"



Al Segretario Comunale
del Comune di Casapulla
piazza Municipio
81020 Casapulla – Caserta -

Al Responsabile del Settore
Polizia Municipale e Vigilanza

Al Responsabile del Settore
Commercio ed Attività Produttive

                S E D E

A S.E. Il Prefetto di Caserta
Dott. Ezio Monaco
Palazzo del Governo
Piazza Luigi Vanvitelli
81100  C A S E R T A

 Prot. N° 871 del 26.01.2011

Oggetto: Manifestazione “Sfilata di cavalli al Trotto”.

Io sottoscritto Piantieri Giuseppe, in qualità di Consigliere comunale, nel pieno rispetto delle funzioni e dei propri compiti Istituzionali, intende chiedere alle S.S.L.L. precise notizie sull’accaduto nella giornata di domenica 23 u.s. dove a seguito di tale manifestazione equina sono state denunciate circa 40 persone, sequestrati 26 cavalli, avviate analisi cliniche sugli stessi, prefigurando anche gravi reati penali.
Successivamente all’accaduto, viste le tantissime notizie apparse sulla carta stampata (Il Mattino, Il Corriere di Caserta e la Gazzetta di Caserta) del 24.01.2011 e i tantissimi articoli lanciati da subito su internet il giorno 23.01.2011 (Interno 18, GeaPress, CasertaCe, NotiziandoTv, Informazione.it, Virgilio Notizie, Pupia, Il Mio Giornale, Wikio.it ecc…), le stesse costringono lo scrivente ad approfondire l’accaduto in tutti i suoi aspetti.
Pertanto, il sottoscritto, intende ricevere dalle S.S.L.L. le seguenti informazioni:
-          Copia della richiesta inoltrata dall’Associazione “Centro Ippico San Gennaro”;
-          Copia dell’autorizzazione rilasciata dall’Ente alla stessa;
-          Copia dell’Ordinanza di chiusura al traffico veicolare di via Domenico Sbarra nel giorno 23.01.2011;
-          Copia del verbale di costatazione della Polizia Municipale redatto in via Domenico Sbarra;
-          Copia della polizza assicurativa a copertura dell’evento sportivo;
-          Copia di tutta la documentazione presentata dall’Associazione“Centro Ippico San Gennaro”;
-          Copia della richiesta dall’ambulante presente in via Domenico Sbarra, con il fine di somministrare panini e bevande;
-          Copia dell’autorizzazione sanitaria rilasciata all’ambulante che somministrava panini e bibite in via Domenico Sbarra;
-          Copia dell’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico agli ambulanti;

-          Copia dell’informativa da parte dell’Ente alle forze dell’Ordine (Carabinieri o Polizia di Stato) per la tenuta dell’ordine pubblico durante la manifestazione;
-          Notizie sommarie su quanto accaduto.

Sicuro, che le S.S.L.L. metteranno in campo tutte le azioni necessarie per fornirmi in tempi brevissimi i dati richiesti, resto in attesa di una Vs. comunicazione – resoconto per iscritto.

Con l’occasione,  auguro un buon lavoro.

Casapulla, li 26.01.2011                                                              

                                                                                      Il Consigliere Comunale
                                                                                Peppe Piantieri